All’Osservatorio Edilizio Cittadino
Ai membri della Commissione Edilizia Integrata
Al Nucleo di Valutazione delle proposte di P.I.I.
p.c.
All’Assessore al Territorio
Alla Stampa cittadina
Comune di Milano
Milano, 24 maggio 2005
Oggetto: Valutazione paesistica del PII Polo Urbano Fiera
Milano
Egregi Signori,
la Associazione Vivi e Progetta un’altra Milano si occupa da anni delle problematiche urbanistiche del quartiere intorno alla Fiera e sta seguendo con grande attenzione l’iter di approvazione del PII Polo Urbano Fiera a causa del suo forte impatto sul quartiere.
Dopo aver promosso un ricorso al TAR contro l’accordo di programma sul Polo Urbano a causa delle eccessive volumetrie previste sta promuovendo una raccolta di firme contro il progetto del gruppo Citylife, ritenuto assolutamente negativo per il quartiere e la città.
Abbiamo letto recentemente sul sito del Comune il verbale della seduta 27 del 15 febbraio 2005 dell’Osservatorio Edilizio che ha incontrato il Nucleo di Valutazione delle proposte di PII.
L’Avv. Barbetta ha rivolto due domande ai componenti del Nucleo di Valutazione dei P.I.I.:
1) se il Nucleo compia una valutazione estetica del progetto, rinvenendo connessioni tra un
impianto planivolumetrico della proposta e qualità architettonica ed urbana;
2) se sia ritenuta ammissibile la figura di un “Tutor” coordinatore durante le diverse fasi di
realizzazione del Programma Integrato d’Intervento.
Nel dibattito che è seguito è stato proposto di approvare il P.I.I. nella giunta comunale senza coinvolgere il consiglio comunale o coinvolgendo solo la commissione urbanistica e di evitare l’esame estetico da parte della Commissione Edilizia, unificandolo con quello del Nucleo di Valutazione, integrato da rappresentanti della Commissione Edilizia.
Siamo assai perplessi per le proposte che sono emerse in quanto violano palesemente le normative vigenti.
La legge regionale 12/2005 prevede all’art. 14 che i piani attuativi conformi alle previsioni degli atti del PGT sono adottati e approvati dalla giunta comunale mentre quelli che introducono varianti sono adottati dalla giunta e approvati dal consiglio comunale.
Tuttavia il PII Fiera, essendo in attuazione del PRG del 1980 e non essendo stato ancora adottato il nuovo PGT, non è sottoposto alla nuova normativa e pertanto, pur essendo conforme alla variante all’accordo di programma del 19 febbraio 2004, deve essere adottato dalla Giunta e approvato dal Consiglio Comunale.
Ricordiamo tuttavia che i PII devono essere sottoposti a valutazione di impatto paesistico ai sensi dell’art. 25 delle NTA del PTPR:
1. In tutto il territorio regionale i progetti che incidono sull’esteriore aspetto dei luoghi e degli edifici sono soggetti a esame sotto il profilo del loro inserimento nel contesto, ivi compresi i piani attuativi, i cui provvedimenti di approvazione, di cui al comma 9 dell’articolo 7 della l.r. 23/1997, devono essere preceduti dall’esame di impatto paesistico.
Pertanto devono
essere esaminati dalla Commissione Edilizia Integrata dagli Esperti Paesistici,
e qualora superino il limite di tolleranza, non sono approvabili, a meno che
non sia indetta una conferenza pubblica con Regione, Provincia, Comune e
Consiglio di zona e con la presenza delle Associazioni Ambientaliste.
Successivamente
anche i singoli progetti edilizi devono essere sottoposti a valutazione di
impatto paesistico.
Questo esame non
può essere delegato al Nucleo di Valutazione delle proposte di PII che valuta
l’ammissibilità della proposta rispetto agli obiettivi strategici del Documento
di Inquadramento e la coerenza del programma integrato con i criteri di
indirizzo del documento stesso. Dato che questo documento non ha valenza
paesistica risulta illogica la proposta di delega.
Nel caso specifico
riteniamo che il progetto superi la soglia di tolleranza e quindi non sia
ammissibile a causa della sensibilità del sito e dell’impatto del progetto e
che debba essere radicalmente rivisto, prevedendo innanzitutto una diminuzione
dell’indice di utilizzazione territoriale che va riportato all’indice massimo
previsto dal Documento di Inquadramento di 0,65mq/mq.
Il sito ha un’alta
sensibilità paesistica in quanto, come complesso fieristico con padiglioni di
rilievo architettonico, è contraddistinto da un elevato livello di coerenza
sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine, mentre dal
punto di vista vedutistico, assicura una visuale consolidata con la catena
alpina in direzione del Monte Rosa e del Resegone e con il Centro Storico, in
direzione di Santa Maria delle Grazie, il Castello ed il Duomo.
Citiamo, tra i
padiglioni storici della Fiera oggetto di demolizione, il padiglione della
meccanica di M. Bega del 1969, il padiglione 35 di G. Ponti e E.Lancia del
1927, il Palazzo delle Nazioni di E. Bianchetti e C. Pea del 1947, il padiglione
Mifed di M. Bega e B. Munari del 1947-53, l’emiciclo di G. de Finetti e P.I.
Nervi del 1947, la Galleria Nava di P.I. Nervi e L. Baldessari del 1953, il
padiglione 19 di L. Baldessari e C. Pea del 1951, il Palazzo Africa di M. Bega
del 1973, il Padiglione 28 di A. Bianchetti e C. Pea del 1950, il Padiglione 34
di A. Bianchetti e C. Pea del 1954.
Sul perimetro dei
viali che circondano il recinto fieristico ci sono edifici costruiti tra le due
guerre che costituiscono un insieme omogeneo di elevato valore ambientale; di
particolare interesse sono gli isolati al lato di piazza Giulio Cesare. Quello
a ovest è formato da palazzine isolate tra cui l’edificio che Giò Ponti costruì
per la propria famiglia a metà degli anni trenta (villa Leporte), mentre quello
a est è formato da edifici ad appartamenti, di cui alcuni sono opera di Asnago
e Vender e sono tra i più significativi edifici per abitazioni del novecento a
Milano.
Di particolare
interesse è anche il complesso delle tre piazze disposte a sud, est e ovest del
recinto fieristico: Piazza Giulio Cesare/Largo Africa, Piazza Arduino e Piazza
Sei Febbraio. L’insieme di Largo Africa e Piazza Giulio Cesare è stato pensato
come ingresso trionfale alla Fiera con una fontana monumentale e edifici
simmetrici.
L’impatto del
progetto è molto alto in quanto altera i caratteri morfologici del luogo,
adotta tipologie costruttive non affini a quelle presenti nell’intorno per le
medesime destinazioni funzionali, altera la continuità delle relazioni tra
elementi architettonici, è in conflitto rispetto ai modi linguistici prevalenti
nel contesto, ha un’elevatissima incidenza visiva a causa dell’altezza delle
torri.
Il progetto non
rispetta gli allineamenti delle strade circostanti e perde l’occasione storica
della dismissione della Fiera per ricreare i tracciati degli assi di via
Scarampo-via Rossetti/Mascheroni e via Domenichino-via Domodossola.
Altri progetti
presentati alla Gara indetta da Fondazione Fiera erano maggiormente rispettosi
del contesto urbano ed avevano un minore impatto paesistico.
Dal punto di vista
dello spazio verde il progetto presentato crea un’area chiusa tra gli edifici
scarsamente fruibile dal quartiere esterno al PII e dalla città nel suo
complesso. Anche sotto questo aspetto altri progetti presentati hanno fornito
delle soluzione planivolumetriche più adeguate alle esigenze degli abitanti e
più aperte verso il quartiere.
Chiediamo pertanto
al Nucleo di Valutazione ed alla Commissione Edilizia Integrata di respingere
la proposta definitiva del PII Polo Urbano Fiera in modo che la Fondazione
Fiera riesamini completamente il progetto presentato, tenendo conto delle idee
fornite anche da altri concorrenti.
Chiediamo inoltre
all’Osservatorio Edilizio di essere garante del rispetto puntuale delle
normative in vigore, senza scorciatoie procedurali.
Da parte nostra ci
riserviamo, qualora questo progetto sia adottato dalla Giunta Comunale
nell’attuale versione, a presentare puntuali osservazioni e ad intervenire
presso i consiglieri comunali perché il PII sia respinto in sede di
approvazione.
Interverremo anche
con osservazioni in sede di Valutazione di Impatto Ambientale da parte della
Regione e della Provincia di Milano.
Nessun tentativo
sarà omesso per impedire che questo progetto altamente speculativo e contrario
agli interessi della città sia realizzato.
Distinti saluti
Rolando
Mastrodonato
Associazione Vivi e
Progetta un’altra Milano
Via de Predis 9
20155 Milano