Shortlist

 

Risanamento SpA (capocordata) ·  IPI S.p.A., FiatEgineering S.p.A. (ora MAIRE Engineering S.p.A.), Astaldi S.p.A., Chelsfield-PLC, Foster & Partners (ora Langdale Consulting Llc).

 

 

Progettisti: Norman Foster,  Frank O.Gehry, Rafael Moneo,  Cino Zucchi , Richard Burdett , URB.A.M. srl

 

Come Landmark inconfondibile del progetto, a nord ovest, in linea con gli edifici del Portello, si colloca il complesso delle torri, residenziale e ricettivo. La più alta consta di sessantaquattro piani per duecentotretasette metri  di altezza e rappresenta uno studio approfondito sulle possibilità di superare  i limiti tipologici imposti dalle costruzioni alte.  Si tratta di una torre a giardini pensili che raggiungono altezze vertiginose, associando ai vantaggi del grattacielo quelli della residenza suburbana  che si affaccia su di uno spazio verde. Tutto il complesso è stato concepito  come parte integrante del programma ecologico del parco e mira a diventare un modello di progettazione ecologica e sensibile. La sua collocazione  al confine nord assicura che il parco sia privo di coni d’ombra, mentre  le sagome delle torri sono forgiate per catturare gli scarsi venti di Milano e indirizzarli al suolo, e per assorbire i raggi solari con pannelli fotovoltaici ben collocati sulla sua superficie. Le torri sono sagomate, infine, per raccogliere  e distribuire l’acqua piovana e per innalzare il verde fino al cielo. Ai piedi delle torri attigue di altezza pari a ottantotto metri circa, cornici-portali monumentali di Fiera, si delinea un ingresso vero e proprio al Polo Urbano che avverrà mediante un’ampia rampa di scale per indirizzare il traffico pedonale. Ma se morfologicamente gli edifici alti rappresentano il grande gesto, quelli per uffici e le corti aperte residenziali assumono una logica più semplice. Gli uffici all’intorno del confine fieristico hanno un’altezza pari a  otto piani e un piede commerciale. Le residenze su corte aperta sono invece concepite come spazio architettonicamente più pregiato, con sagome che inquadrano infinite prospettive verso l’interno dell’area e verso l’esterno, ripristinando gli allineamenti ormai da tempo cancellati.  All’interno del progetto un racconto architettonico corre dalla tradizione  al contemporaneo, dai mattoni delle residenze a corte alla trasparenza  delle vetrate delle torri che si specchiano nel grande lago centrale.

 

Un raffinato parco vivibile 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno con cui dialogano il lago (predisposto per diventare pista di pattinaggio in inverno) ed il Padiglione 3 concepito come un Kew Garden milanese.

L’intero schema progettuale mira alla razionalizzazione del traffico pedonale e veicolare. Il Master Plan ottimizza i collegamenti offerti dai servizi pubblici e prevede una fascia permeabile di attraversamento  per consentire un eventuale collegamento tranviario fra la stazione di Domodossola (FNM) e quella di Amendola (M1).

Tutti i parcheggi sono ubicati sotto gli edifici  per limitare al massimo la presenza di elementi inquinanti nel parco.

La ridotta presenza di uffici che penalizzano il traffico nelle ore di punta e la costruzione di un sottopasso in Piazza Arduino che fa scorrere in sotterraneo il traffico lungo l’allineamento dei viali Eginardo e Berengario mirano alla soluzione degli attuali problemi di traffico.

Tecnica applicata ancora a servizio dell’ecologia: minori emissioni e la possibilità di integrare il nuovo parco con quelli di Sempione e del Monte Stella.

Un Master Plan che vuole coniugare gli aspetti estetici, culturali, sociali, tecnologici e di difesa dell’ecosistema in un ambito innovativo e multidisciplinare integrato.